Niente di tutto questo ha a che fare con l’immagine “iLife” di Apple , e non è questo che rende Apple un’azienda di successo. Quindi perché Steve non ha migliorato il progetto di Apple?
Sembra che Apple abbia deciso di non dare la giusta priorità alle problematiche ambientali. Certo, hanno una bella sezione dedicata all’ambiente sul sito. Però bisogna dire che questa non è linkata nella home page, ed è difficile da trovare se non sai dove cercare. Leggendola si può credere che la Apple abbia una forte politica di tutela dell’ambiente. Ma tolta la patina, le politiche della Apple assomigliano di più ai computer beige degli anni ottanta, che ai Mac di oggi.
Ecco cosa vogliamo da Apple:
Elementi chimici tossici:
La presenza di elementi chimici tossici nei componenti elettrici è un grave problema. Sempre più gadgets tecnologici sono prodotti e venduti ogni anno. Questo significa un aumento dell’inquinamento e della dispersione di sostanze tossiche, sia nel momento in cui vengono prodotti che in quello in cui vengono smaltiti come rifiuti.
Queste sono le cattive notizie. Quella buona è che esistono alternative.
Apple può rimuovere gli elementi chimici tossici dai suoi prodotti e dai suoi processi produttivi, ma non è nemmeno lontanamente vicina a questo obiettivo.
Come dovrebbe essere un buon prodotto Apple
Prendiamo ad esempio il cloruro di polivinile (PVC). Altre società hanno fissato una data, a partire dalla quale il PVC non sarà più utilizzato per i proprio prodotti. Apple no. Le nuove linee di prodotti, come gli iPod nano e i MacBook, ancora contengono PVC.
Vogliamo che a partire dal 2007 tutti i nuovi prodotti Apple siano liberi da sostanze tossiche e pericolose, sia per quanto riguarda il processo produttivo, che per i prodotti stessi. Questo ci renderà orgogliosi di Apple.
Ritiro dei prodotti
Un principio basilare per la tutela dell’ambiente è quello che prevede che nel momento in cui vendi un prodotto ne dovresti essere responsabile fino a quando non viene più utilizzato. E’ un principio che ricalca una semplice regola che insegniamo ai bambini: sei tu a dover mettere a posto le tue cose.
Dell e Hewlett Packard (HP) adottano entrambe questo principio, conosciuto anche come Responsabilità Individuale del Produttore.
Alt-Apple-Escape
Apple non ha un programma di ritiro su scala internazionale. In Europa e in Giappone è obbligata per legge a ritirare i propri prodotti a fine vita. Negli USA, sotto le pressioni della “computer take-back campaign”, Apple ha recentemente introdotto un programma di ritiro. Ma questo avviene solo negli USA mentre una politica serie e completa dovrebbe riguardare il ritiro dei prodotti in tutto il mondo.
Questo sarebbe un grande passo per evitare che la maggior parte dei prodotti Apple vengano mandati nella “discarica” asiatica.
Un gioco da ragazzi
Penseresti che una azienda importante come Apple non dovrebbe faticare ad applicare il principio del riciclaggio. Se Apple è cosi orgogliosa dei suoi prodotti cosi ben fatti non dovrebbe avere problemi a promuovere un programma globale di ritiro di tutti i suoi prodotti.
Allungamento della vita dei prodotti
Ci arrabbiamo quando il nostro iPod si rompe e la garanzia è appena scaduta. Ci scocciamo quando Apple dice che è più conveniente comprarne uno nuovo piuttosto che riparare il nostro. Ed è odioso doversi ridurre a vendere il proprio vecchio PowerBook rotto su eBay per due soldi. Questi sono problemi comuni che derivano proprio dal fatto che i prodotti vengono creati per avere una breve durata. Se Apple dovesse riprendersi tutti i suoi vecchi prodotti dimessi, puoi scommettere che inizierebbe a produrli con pezzi di maggior durata e più facili da riutilizzare e riciclare.
La mela ha un buon sapore, e noi vogliamo che questo sapore duri a lungo.
Guarda la differenza
Immagina, e se il prossimo iPod fosse solo un aggiornamento del modello attuale, con un nuovo componente che devi solo sostituire all’iPod che hai già, invece di doverlo rimpiazzare completamente? Questo ti farebbe risparmiare soldi, estenderebbe la durata del tuo iPod e si risparmierebbe anche l’energia e le risorse necessarie alla produzione di un iPod nuovo.
Storia della campagna:
- 10/03
- Greenpeace contatta Apple per avere informazioni sulla loro politica in merito all’utilizzo di sostanze chimiche.
- 02/04
- Sollecito ad Apple sulla richiesta di Greenpeace.
- 04/04
- Greenpeace lancia il “Chemical Home Database”. Apple viene giudicata con il colore “rosso” per quanto riguarda la politica in merito all’utilizzo di sostanze tossiche.
- 06/04
- Samsung è la prima tra le più importanti compagnie del settore a impegnarsi ad eliminare gli agenti chimici dannosi (come PVC e BFRs) dai proprio prodotti
- 08/04
- Primo incontro tra Greenpeace e Apple. Nessun segnale di cambiamento da Apple.
- 11/04
- Secondo incontro tra Greenpeace e Apple e ancora nessun progresso da parte di Apple sul rafforzamento delle proprie politiche per la tutela dell’ambiente.
- 11/04
- Nokia si impegna a eliminare PVC e BFRs dai propri prodotti.
- 04/05
- Sony e Sony Ericsson si impegnano ad eliminare PVC e BFRs dai propri prodotti.
- 09/05
- Terzo incontro tra Greenpeace e Apple e ancora nessun cambiamento da parte di Apple. Greenpeace informa Apple che nel 2006 Greenpeace inserirà la Apple nel proprio ranking, valutando sia le politiche sull’utilizzo di sostanze tossiche sia quelle sullo smaltimento dei rifiuti elettronici.
- 09/05
- LG Electronics si impegna a eliminare PVC e BFRs dai propri prodotti.
- 03/06
- HP si impegna a eliminare PVC e BFRs dai propri prodotti.
- 04/06
- Quarto incontro tra Greenpeace e Apple, richiesto da Apple per informare Greenpeace riguardo agli ostacoli che impediscono l’eliminazione di PVC e BFRs dai propri prodotti.
- 06/06
- Dell si impegna ad eliminare una lista di sostanze chimiche pericolose, dando priorità a BFRs e PVC entro il 2009. Dell annuncia inoltre un programma di ritiro prodotti, negli Usa da settembre 2006 e globalmente da novembre 2006.
- 06/06
- Due telefonate fatte da Apple a Greenpeace per discutere del ranking di Apple nella “Guida per una industria dell’elettronica più verde”. Ancora nessun cambiamento.
- 08/06
- La “Guida per una industria dell’elettronica più verde” viene pubblicata: Apple ha un voto di 2.7 su 10, e si trova al quart’ultimo posto.
- 09/06
- Prima analisi su un notebook Apple: test indipendenti rivelano che il MacBook contiene PVC e BFRs.
- 09/06
- La campagnia “Green my Apple” viene lanciata. Nessuna risposta da Apple.
- 12/06
- Greenpeace lancia la seconda versione della “Guida per una industria dell’elettronica più verde”. A seguito di cambiamenti postivi di altre aziende, Apple si trova all’ultimo posto della classifica.